Person
Paladini, Luisa Amalia (1810-1872)
- Title
- Paladini, Luisa Amalia
- Author
- Paladini, Luisa Amalia (1810-1872)
- Date
- 1810-1872
- Country of origin
- Italy
- Language
- Italian
- Profession
- Poet
- Periodical editor
- 1810-1872
- Librettist
- Headmistress
- Founder of the Il Giornale dei Fanciulli (1834)
- Playwright
- Periodical contributor
- Founder of L'Educazione italiana (1863)
- Author
- Scuola normale femminile di Firenze; Educandato femminile "Vittorio Emanuele", Lecce
- Biographical details
- Giornale privilegiato di Lucca; Messaggero delle donne italiane
- Selected publications
-
Nacque a Milano il 24 febbraio 1810 da Francesco, funzionario del ministero della Guerra del Regno Italico, e da Caterina Petrocchi.
All’indomani della caduta di Napoleone I, si trasferì con i genitori nella loro città natale, Lucca. Qui trascorse l’infanzia e ricevette dalla madre i primi insegnamenti di italiano, latino e greco. Fin dall’adolescenza manifestò una spiccata predisposizione per la poesia: compose epitaffi, canzoni e versi celebrativi per nozze che le valsero il plauso di intellettuali come Lazzaro Papi e Cesare Lucchesini. Coltivò la passione per la letteratura da autodidatta, finché una lunga malattia della madre e la sua morte la costrinsero bruscamente a interrompere l’attività intellettuale.
Solo a partire dagli anni Trenta riprese a scrivere rime, commedie, libretti d’opera, giovandosi dell’amicizia di Teresa Bandettini, una delle più ricercate improvvisatrici toscane. Nel 1839 uscì a Lucca la sua prima pubblicazione, intitolata Saggi poetici e dedicata al duca Carlo Ludovico di Borbone. Il successo fu tale da conquistarle la stima di Raffaello Lambruschini, Gino Capponi e Giuseppe La Farina. Oltre alle lodi, Paladini ottenne un riconoscimento ufficiale sotto forma di pensione per meriti acquisiti.
Negli stessi anni collaborò con il Giornale privilegiato di Lucca e prese parte al dibattito sull’educazione dei fanciulli. Già dal 1834 si era fatta promotrice della letteratura per bambini iniziando a pubblicare il Giornale dei fanciulli, che proponeva una serie di racconti divertenti, ma edificanti. L’importanza primaria che attribuiva all’educazione e all’istruzione derivava dalla convinzione che per adempiere ai doveri verso Dio, la famiglia e la patria fosse necessario acquistare piena consapevolezza della missione a cui uomini e donne erano chiamati.
Con questo spirito collaborò nel 1843-44 al Messaggero delle donne italiane, il giornale civico-patriottico diretto da Vincenzo de’ Nobili.
Nei suoi articoli invitava le lettrici a confutare gli antichi pregiudizi sull’inferiorità del gentil sesso, le sollecitava a essere curiose del mondo, a conoscere e ad amare la loro nazione. Coerentemente a queste posizioni, i suoi interventi non mancarono di rendere conto del Congresso degli scienziati del 1843 e della fondazione di scuole per il popolo e di asili per l’infanzia.
L’esperienza che anche a Lucca era stata avviata a partire dal 1843 con l’apertura di un asilo di tipo aportiano riscosse il suo più entusiastico apprezzamento e solo un anno più tardi divenne istitutrice soprintendente e direttrice dell’Asilo infantile per fanciulle della sua città. Restò in carica fino al 1849 e continuò a godere di grande stima presso intellettuali e letterati: i suoi Nuovi Canti offerti alla guardia civica lucchese ed editi nel 1843 furono letti fino alla vigilia della rivoluzione quarantottesca, mentre numerose accademie la vollero come socia. Tra il 1848 e il 1849 fu costretta a ritirarsi dall’asilo lucchese per motivi di salute e si trasferì a Firenze, dove rafforzò l’amicizia con i coniugi Michele e Francesca Ferrucci, con Niccolò Tommaseo, Lambruschini, Giovan Pietro Vieusseux e con l’editore Felice Le Monnier.
Durante la prima guerra d’indipendenza fu in prima linea nel promuovere l’educazione civile dei giovani, ma, terminato il moto quarantottesco, fu interdetta da ogni incarico presso le scuole. Nonostante i duri provvedimenti, continuò la sua opera di impegno patriottico e nel 1851 pubblicò a Firenze il Manuale per le giovinette italiane, che conobbe un’ampia fortuna editoriale con ristampe fino all’inizio del Novecento.
Questo volume rifletteva la sua concezione morale ed educativa della letteratura. Formare una buona cittadina italiana era lo scopo della sua attività di scrittrice: perciò il Manuale forniva alle ragazze una serie di precetti comportamentali che, lungi dall’invocare la parità civile con gli uomini, erano improntati a dar prova di una reale uguaglianza intellettuale tra i sessi pur nel rispetto della diversità di diritti e doveri.
L’interesse per il ruolo delle donne nel processo di rigenerazione sociopolitica fu il tema guida anche di un’altra sua importante pubblicazione: la Polimazia di famiglia, un giornale educativo didattico edito a Firenze dal settembre 1853 al novembre 1854. Con il riaccendersi delle ostilità con l’Impero d’Austria Paladini tornò a rivolgersi ancora una volta alle giovani generazioni pubblicando per i tipi di Le Monnier il racconto La famiglia del soldato (1859). Nello stesso anno Lambruschini, diventato ispettore generale delle scuole della Toscana, la chiamò a dirigere la Scuola normale femminile di Firenze.
Convinta della necessità di adattare i programmi didattici alle esigenze locali, Paladini esaltò il carattere civico e specificamente femminile della scuola: caldeggiò la partecipazione alle feste dello Statuto, partecipò con le sue allieve all’Esposizione italiana del 1861 e nel 1866 cucì filacce, camicie e uniformi per i patrioti impegnati nella terza guerra d’indipendenza.
L’esempio pratico fornito nella scuola si tradusse nella fondazione di una rivista, L’educatrice italiana, interamente dedicata alla discussione sui metodi educativi. All’età di 62 anni, l’approvazione di nuove disposizioni legislative che imponevano una direzione unicamente maschile delle scuole normali, la costrinse a cercare un nuovo lavoro. Dopo un breve ritiro nella campagna di Signa, nel 1872 assunse la direzione dell’educandato femminile Vittorio Emanuele II di Lecce.
A Lecce trascorse i suoi ultimi giorni e morì il 17 luglio 1872 dopo una malattia alla gola. - Link to external sources
- https://www.treccani.it/enciclopedia/luisa-amalia-paladini_%28Dizionario-Biografico%29/ Angelica Zazzeri - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 80 (2014)
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(1838) Rosmunda in Ravenna. Tragedia lirica in due atti da rappresentarsi nel gran Teatro La Fenice nel carnovale e quadragesima 1837-38. Parole della signora Luisa Amalia Paladini; musica del sig. Giuseppe Lillo , Venezia, Tipografia Molinari edit.
(1838) L'orfana di Lancisa. Melodramma. Da rappresentarsi nel Teatro Re l'estate 1838. Poesia della rinomata dilettante toscana signora Luisa Amalia Paladini; con musica del signor Giuseppe Mazza, Milano, Stamperia Dova,
(1848) Nuovi canti offerti alla Guardia civica di Lucca, Lucca, coi tipi di Giacomo Rocchi e Figli.
(1851) Manuale per le giovinette italiane, Firenze, Tip. di T. Baracchi.
(1855) Fior di memoria per le donne gentili. Prose e poesie, Firenze, L. Melchiorri.
(1859) La famiglia del soldato. Racconto, Firenze, Le Monnier.
(1861) Lettere di ottimi autori sopra cose familiari raccolte da Luisa Amalia Paladini ad uso specialmente delle giovinette italiane, Firenze, Le Monnier,. - (1865) Inno a Beatrice, musicato dal signor Gamucci. Firenze
- Inno a Beatrice, musicato dal signor Gamucci
- (1865) Ode in Ricordo alle associate del periodico “La donna e la famiglia” nel sesto centenario della nascita di Dante Alighieri. Genova: Tipografia della Gioventù
- "Ode"
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