Oltre le cattedre: autrici e manualistica dantesca nelle scuole italiane post-unitarie
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Oltre le cattedre: autrici e manualistica dantesca nelle scuole italiane post-unitarie
Dopo l’Unificazione, la manualistica scolastica fu strumento fon-damentale per diffondere i nuovi ideali nazionali e modernizzare il sistema educativo. Dante Alighieri, elevato a pilastro dell’iden-tità nazionale, diviene un caposaldo dell’istruzione secondaria ita-liana e la lettura della Divina Commedia parte integrale e imprescindibile dei programmi ministeriali di insegnamento e valutazione. L'istituzione scolastica e il dinamico mercato editoriale dell'epoca si intrecciarono, offrendo alle donne italiane nuove opportunità professionali. Non solo come studentesse e insegnanti, ma anche come autrici di manuali e guide alla lettura dell’opera dantesca, esse contribuirono a creare un patrimonio culturale sempre più ricco, diversificato e popolare.
Con i loro manuali destinati alle scuole preparatorie e normali, Filippina Rossi Gasti ed Emma Boghen Conigliani, si affermarono come pioniere della didattica. Apprezzate dalla critica per la loro erudizione, il rigore metodologico e la capacità di sintesi, le loro opere si proponevano di “dare un’idea chiara del Poema e farne gustare le bellezze” ai futuri insegnati, "considerando a buon diritto lo studio come parte essenzialissima dell’educazione letteraria, morale e civile degli italiani” (Boghen, 1894).
L'opera di Luisa Anzoletti si inseriva in un filone di studi che mi-ravano a far di Dante un modello educativo per le nuove generazioni. La conoscenza della vita e delle opere del Sommo Poeta doveva servire a inculcare nei giovani "l'onesta lealtà e la robustezza di carattere", e a far riscoprire al popolo italiano "la prima gloria italiana, padre della lingua e campione della sua fede” (Anzoletti, 1896).
Letterata di famiglia ebrea e insegnante delle Scuole Normali del Regno. Quello che distingue Emma Boghen Conigliani dalla maggior parte delle letterate attive tra Otto e Novecento è il suo impegno consistente nell’ambito della critica letteraria. Il corpus di Emma Boghen Conigliani ha proporzioni notevoli e comprende, oltre ai due volumi suddetti, opere ascrivibili a generi diversi. Si va dal pamphlet pedagogico (Il giardino infantile rurale modello di Mompiano giudicato sotto l’aspetto sociale, 1902) alle traduzioni (sono sue le prime traduzioni in italiano del volume di Legouvé, Giovinezza e Infanzia e adolescenza, 1899); dalla narrativa didattica (Contro la sorte: Romanzo per i giovanetti, 1901), alle numerose edizioni scolastiche di classici della letteratura italiana e straniera (ad esempio, G. Leopardi, Letture scelte e annotate ad uso delle rr. scuole normali da Emma Boghen Conigliani, 1909).
Emma Boghen Conigliani fu anche molto attiva nelle riviste letterarie del Regno, tra cui tra cui «Cordelia», «Rivista Bibliografica», «Vita Femminile» e «Il Vessillo Israelitico». Di particolare interesse sono i suoi contributi a quest’ultimo periodico.
Nacque a Venezia in una famiglia di ottima cultura e istruzione, ereditate per antica tradizione e rinnovate nel clima di partecipazione alle neonate istituzioni unitarie. Il padre, Guglielmo Boghen, era un orefice e incisore di origine ungherese, la madre, Ernesta Pirena, proveniva da una famiglia ebrea di Ferrara, mentre Felice Boghen - il fratello di Emma - è stato un compositore e didatta musicale di discreta fama e le donne di famiglia non sono state da meno nel farsi strada in campi, come quelli dell'istruzione e della pubblicistica periodica, tipicamente maschili: la sorella Isa Boghen Cavalieri si è distinta nel giornalismo, mentre Emma ha lasciato il suo sigillo come insegnante in scuole femminili e come prolifica scrittrice e giornalista. Ha infatti speso il suo impegno, prestato con determinazione, tra le fila della stampa legata al nascente movimento femminista, oltre a scrivere negli organi della comunità ebraica italiana: quindi doppiamente coinvolta nella lotta per l'emancipazione, come donna e come appartenente a una minoranza che solo con il nuovo stato nazionale aveva ottenuto riconoscimento e parità. Tra le testate in cui è apparso il suo nome segnaliamo per l'appunto quelle de «Il vessillo israelitico» e di «Vita femminile». Anche il sodalizio con il marito Federico Conigliani è stato all'insegna di un alto profilo culturale e Guglielmina e Nerina, le figlie della coppia (che ha avuto un terzo figlio, Mario), sono state a loro volta delle valide insegnanti.
Filippina Rossi Gasti was a teacher, poet and writer. She took part in the Beatrice Exhibition in Florence, 1890, with her paper ‘Le donne nella Divina Commedia’ (‘Women in the Divine Comedy’), which was awarded a gold medal certificate by the jury. She worked with the newspaper ‘Albo della Giovinezza’ (Bergamo, 1887-1896), edited by Lucia Brasi.